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Capoterra

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Capoterra

MUNICIPIO
Via Cagliari – 09012 - Capoterra

Centralino: Tel. 070.723.91
Segreteria Generale: 070.723.922.6
Gabinetto del Sindaco: 070.723.924.2

Il territorio disposto intorno al Golfo di Cagliari, ha rappresentato, fin dall’antichità, un ottimo approdo per tutti coloro che, con alterne intenzioni, si sono presentati nell’estrema parte meridionale della Sardegna.

Considerando che l’altra parte del Golfo degli Angeli, quella che fa capo a Quartu Sant’Elena, è scoperta relativamente nuova per invasori e visitatori. Per la maggior parte degli avvenimenti, in particolare quelli che si riferiscono al periodo arcaico della zona, hanno avuto grande importanza le spiagge e gli approdi a ponente della Città di Cagliari.

Infatti i numerosi ritrovamenti archeologici nel perimetro comunale di Capoterra, riguardanti il periodo nuragico (Cuccuru Ibba, Monte Arrubiu, Carruba Durci), fenicio punico (Baccutinghinu, Bachialinu, Bidda Mores) e romano (Perda su Gattu, Tanca sa turri, Bau sa mola, Is Gunventus, Santa Vittoria, Su Loi), testimoniano di un’antropizzazione dell’intero comparto sin da tempi remoti.

Per oltre cinque secoli (450 – 1000 d. C.) Vandali e Bizantini si alternarono alle scorrerie degli Arabi che spopolarono probabilmente il primitivo insediamento, consigliando agli abitatori di spostare il centro abitato a maggior distanza dalla costa. Al periodo Bizantino risale la nascita dell'Eremo di S. Barbara di Nicomedia.

Nel periodo Giudicale divenne il centro amministrativo della Curatoria di Nora e spesso appare citato in questo ruolo nei documenti dell’epoca. Si ha memoria dell’abitato di Caput Terrae, nel territorio del quale sono presenti alcune chiesette una delle quali dedicata a San Gerolamo ed un’altra a Santa Barbara databili intorno al XIII° secolo, anche nel secolo XII°. Tra il XII° ed il XIII° secolo, durante i quali Pisani, Genovesi ed Aragonesi si alternarono alle redini del Cagliaritano, la Villa di Capoterra fu distrutta da Berengario Carroz.

Per alcuni secoli quel territorio restò praticamente disabitato sino a quando, nel 1655 Girolamo Torrelas ripopolò l’agro di Capoterra con abitanti provenienti dal Logudoro, nonostante in tutta la Sardegna imperversasse la peste. Probabilmente da quel villaggio, attraverso alterne vicende, che comunque caratterizzarono tutta la parte meridionale dell’Isola, ebbe origine l’attuale Capoterra.

Agli inizi dell’Ottocento (1820) una ferrovia (la prima linea ferroviaria della Sardegna) univa la miniera di ferro San Leone con il porto in località Maramura, oramai scomparso. Negli ultimi anni, come tutti i centri della cinta metropolitana, anche Capoterra ha registrato una notevole crescita demografica che ha portato la sua popolazione dalle 8.028 unità del 1971 agli oltre 20.000 attuali (1999).

Lungo il territorio di questo Comune si sono sviluppate numerose zone residenziali che hanno raccolto quel flusso migratorio, iniziato alla fine degli anni settanta, proveniente dal capoluogo, in cerca di quiete ed ambiente salubre (Poggio dei Pini, Torre degli Ulivi, Frutti d’Oro)..


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