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Gonnosfanadiga

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Gonnosfanadiga

MUNICIPIO
Via Regina Elena, 1 – 09035 - Gonnosfanadiga

Centralino: Tel. 070.979.520.1
Gabinetto del Sindaco: Tel. 070.979.520.3

Abitanti: 7.137
Superficie: Kmq. 125,23

Questo territorio è abitato sin dal periodo prenuragico, come dimostra il menhir rinvenuto in località Struvina de Muruotta, mentre un villaggio risalente alla cultura di Ozieri (neolitico superiore) è stato scoperto in località Terra e Seddaris.

Numerosi nuraghi, tombe dei Giganti, sepolture micenee, una fonderia romana in località Is Mongias e tombe romane scavate nel granito (località S. Severa), come le più recenti rovine degli edifici della Miniera Perda de Pibera, testimoniano, oltre una certa attività mineraria sin da epoca romana, l’importanza che tutto il territorio ha rivestito sin da antica data.

Ai piedi del gruppo montuoso granitico del Monte Linas, separati dal rio Piras, sorgevano due agglomerati, Gonnos e susu e Gonnos e basciu-Fanadiga. Notizie risalenti all’Ottavo secolo, collocano, incorporati nel Giudicato di Arborea i due abitati di Gonnos e Fanadiga separati dal Torrente Piras.

Lo stesso territorio, passato agli Aragonesi nel secolo XV°, fu successivamente assegnato ai conti, divenuti Marchesi di Quirra, che lo riscattarono nel 1839. Attualmente occupato da oltre settemila abitanti, possiede il Parco di Perda de Pibera, il più vasto dell’intera Sardegna.

All’interno di questa oasi naturalistica sono presenti sorgenti con acque cristalline, piante secolari e rappresentanti di una flora e una fauna per gran parte ancora incontaminati. Ad un’altezza di 500 metri ritroviamo anche gli edifici della vecchia miniera, che il Comune ha provveduto a ristrutturare in vista di una successiva utilizzazione sociale ed economica.

Oltre le varie destinazioni sociali, si è pensato infatti di localizzare in quegli edifici la sede del Museo cittadino, è possibile la loro utilizzazione economica, con la creazione al loro interno di alcune strutture ricettive comprendenti Albergo, ristorante ed altri servizi. Comunità prevalentemente ad economia agro pastorale, negli ultimi anni ha sviluppato il terziario rivolto al settore eco turistico, riscoprendo al suo interno nicchie di attività economiche sussidiarie al fenomeno turistico, che hanno risvegliato anche un nuovo interesse tra i giovani verso attività artigianali andate quasi perdute, ai quali il flusso turistico ha permesso di ritagliarsi fette di mercato solo qualche anno fa impensabili.


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