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MONASTIR

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MONASTIR

MUNICIPIO

Via Progresso – 09023 - Monastir
Centralino: Tel. 070.916.702.06

Segreteria Generale: 070.916.702.07
Gabinetto del Sindaco:
Tel. 070.916.702.06

Ufficio attività culturali:
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Il toponimo deriva dal Catalano “Monestir”, che significa Monastero, mentre la denominazione locale “Maristeni” probabilmente è il risultato dell’incrocio tra “Monisterium“ ed il greco bizantino “Monastere”. Questo territorio, proprio al principio della Pianura del Campidano, terreno fertile adatto a qualunque coltivazione, presenta molteplici testimonianze dell’occupazione umana 6.000 anni prima di Cristo. Comunque le tracce documentabile della presenza dell’uomo sono ben più recenti. Le abitazione seminterrate, con pareti di frasche rivestite di argilla, rinvenute presso Monte Olladri, Baratuli, Mitza Morta e Cresia is Cuccurus, risalgono al neolitico finale (3.100 – 2.900 a C.). Nello stesso periodo, le rudimentali piccozze in pietra scavavano sulla roccia di Is Aruttas e di Monte Zara tombe a camera al riparo dai violatori di tombe. Per tutto il millennio e per alcuni secoli del successivo, piccole comunità prenuragiche si stabilirono in altri setti località dell’agro moristenese – ne ricordiamo alcuni: s’Ollastu, Sant’Iroxi e San Sebasiano. A questo periodo risalgono anche i sepolcri con camera a forno di Cresias is Cuccurus e di Su Fraicu riconducibile alla cultura di Monte Claro (2.400 – 2.150 a. C.). I resti di edifici e manufatti in ceramica risalenti ai secoli 1.600 – 500.a. C. documentarono l’esistenza di almeno 15 villaggi e di 4 nuraghi nel territorio di Monastir. Di altri nuraghi – di Su Cuccumeu, Cannas, Beccias, San Marcu e s’Ollastu – fabbricati con materiali locali, meno resistenti, ci sono pervenuti oramai solamente i filati di base. I villaggi nuragici di Monte Olladri, Monte Zara, Su fraigu, Sa Murta, Piscin’e s’Acqua e Sollastu, appaiono, al contrario, in buono stato ma non sufficientemente studiati attraverso serie campagne di scavo. Ncora ll’età nuragica vanno ricondotte le tombe collettive a corridoio presenti presso Su Fraigu e Pedrera. In questa sono stati deposti circa trecento individui, sepolti con ornamenti di perle in pasta vitrea, che hanno consentito di studiare le caratteristiche morfologiche degli antichi abitatori nuragici. In epoca romana risultano ancora abitati ancora una quindicina di villaggi. Le necropoli di Sa Mitza Morta, Is Axriddas e su Fraigu, risalgono invece al periodo punico. Del periodo romano sono pervenuti ancora le aree sepolcrali di Monte Nieddu, Sant’Antonio e Is Axriddas e resti della dinastia imperiale dei Severi (III° secolo a. C.). Nel Xi secolo fece parte della Curatoria di Parte Olla nel Giudicato di Cagliari. Dal 1528 appartenne ai Conti della Gherardesca, poi al Comune di Pisa. Fu concessa in feudo al re d’Aragona, quindi passò attraverso svariate mani sino al 1839 quando pervenne ai Marchesi di Valdura.


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