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Siliqua

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Siliqua

MUNICIPIO
Corso Repubblica 103, – 09010 - Siliqua

Centralino: Tel.0781. 73648
Segreteria Generale: 0781. 738.24
Gabinetto del Sindaco: 0781. 738.24
Assessorato alla Cultura:
Tel. 0781. 738.24
Ufficio attività culturali:
Tel. 0781. 738.24

Abitanti: 4.139 (dati 2001)
Superficie: 190,25 Kmq

Il territorio del l’attuale comune di Siliqua, situato in una vasta zona pianeggiate tra il rio Forrus ed il Cixerri, fu abitata sin dal periodo nuragico.

Di quell’epoca sono le torri nuragiche, in gran parte distrutte, i cui ruderi si intravedono ancora nelle campagne. Gli insediamenti fenicio – punici di Medau Casteddu, presso il castello medievale di Acquafredda e di San Pietro, antiche fortezze o accampamenti fortificati, erano destinati ad accogliere le guarnigioni militari, le quali avrebbero dovuto garantire a Cartagine il controllo e lo sfruttamento economico del territorio circostante.

Risalgono al periodo romano l’acquedotto che da Siliqua portava l’acqua a Cagliari, attraverso l’antico borgo di Stampace, databile tra il I° ed il II° secolo d. C. e la necropoli romana, che testimoniano la lunga presenza di quel popolo sul suo territorio. Quel centro, abitato in epoca romana ed ancora esistente nell’alto Medioevo, appartenne al Giudicato di Cagliari, compreso nella Curatoria del Cixerri. Dopo il 1257, entrò in possesso della famiglia dei Donoratico della Gherardesca.

Dal 1282 divenne proprietà del Conte Ugolino, tristemente famoso. Quando questi cadde in disgrazia, Siliqua ed il suo castello passarono sotto il diretto controllo di Pisa. Fra il 1324 ed il 1326 il castello e tutti i territori circostanti, furono occupati dagli Aragonesi ed a partire dal 1410, il re d’Aragona Ferdinando I° lo diede in feudo a Pietro Otger. Nel 1458 fu venduto a Giacomo Aragall, quindi passò a Giovanni Bellit i cui eredi ne detenevano il possesso ancora nel 1603.

Nel Seicento la Baronia di Monastir, alla quale apparteneva Siliqua, venne incorporata nel Marchesato di Villacidro, del quale erano feudatari i Bou Crespi di Valdaura. Vittorio Amedeo re di Sardegna nel 1785 riscattò da questi tutto il feudo. Sin dal periodo medievale sorgevano nel territorio del comune di Siliqua numerose altre ville.

Oltre al già menzionato borgo di Acquafredda, ancora esistente nel 1421, ricordiamo Arcedda, ancora presente nel 1359, Sebatzus, spopolata nel 1561, mentre Frongia, Saruis e Stia risultano completamente disabitate nel 1584. Oggi Siliqua è un grosso centro nel quale agricoltura e allevamento rappresentano le attività preminenti.

La presenza di alcune industrie per la produzione di acque minerali completa il tessuto socio economico della comunità, favorendo la nascita di un indotto al quale si deve aggiungere il settore emergente dei servizi che con l’eco turismo rappresenta il futuro della comunità.


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