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PORTOSCUSO

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PORTOSCUSO

MUNICIPIO
Via Marco Polo, – 09010 - Portoscuso

Centralino: Tel. 0781.511.11

Gabinetto del Sindaco:
Tel. 0781.511.142.1

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Le risorse del mare hanno determinato la nascita di Portoscuso. Di probabile origine saracena, Portoscusi (porto nascosto), edificato vicino al villaggio nuragico di Seruci, ancora per la maggior parte da scoprire, si è sviluppato a partire dal XVII° secolo, intorno ad una tonnara. A difesa della tonnara nel 1598 fu costruita una torre (rasa al suolo dal corsaro Estamuth nel 1636 e ricostruita a spese della cassa reale nel successivo anno 1637), che oltre alla funzione di prevenzione e difesa dalle incursioni corsare aveva anche quella di magazzino per le merci considerate di gran valore (tonni, grano, il formaggio ed i coralli), che qui venivano riposte e sorvegliate gelosamente. Queste attività marinare, unite all’importanza mai tramontata di Portoscuso come imbarco per i minerali provenienti dalle vicine miniere e il contemporaneo ripopolamento dell’Isola di San Pietro, hanno determinato un nuovo impulso per la crescita del centro costiero. Già nel periodo medioevale, sotto il dominio pisano, fu testimone di grandiosi eventi bellici. Nel 1323 una flotta aragonese al comando di Don Alfonso, sbarcò uomini e macchine belliche sulla spiaggia di Portopaglietto. Il successivo intervento della flotta pisana, scongiurò l’occupazione distruggendo la flotta aragonese assalitrice. La ricchezza del suo mare, fece accorrere non solo tonnarotti e pescatori dai centri vicini ma anche corallari dalla Francia. A difesa di questo patrimonio, oltre a provvedere al rafforzamento del presidio di difesa, fu conferita l’autorizzazione nel 1636 al genovese Benedetto Natter di dare la caccia ai corsari di barberia. La sua storia si svolse sempre all’ombra delle tonnare, e le alterne vicende che coinvolsero queste, hanno condizionato lo stesso sviluppo della comunità. Tra la fine del seicento ed la seconda parte del settecento, Portoscuso subì le più violente incursioni da parte dei pirati barbareschi, ma oltre ai pirati ha dovuto affrontare anche l’assalto dei pericolosi insetti presenti in un ambiente ancora malsano. Mentre i primi (i pirati), con il sopraggiungere dell’ottocento, si esaurirono, per debellare i secondi è stato necessario attendere sino al secolo scorso. Nella seconda metà del 1800, la società che gestiva le miniere dell’Iglesiente, manifestò grande interesse per la zona di Portovesme, ritenendola adatta ad ospitare un porticciolo per la movimentazione dei minerali. Questo interesse, si trasformo in realtà, e questa trasformazione coinvolse anche l’economia dell’intera zona, che da questa trasformazione attendeva una cospicua ricaduta occupazionale. Anche oggi Portovesme riveste enorme importanza, nell’economia del paese, attorno al quale è sorto il polo metallurgico ed energetico. Alla tradizionale economia che vedeva pesca ed industria quali motori, oggi possiamo aggiungere il settore turistico, che potendo contare su spiagge dalla sabbia bianchissima ed un mare cristallino, ha utilizzato anche questo veicolo per diffondere usi, costumi ed antiche tradizioni, che hanno contribuito a creare nuove e remunerative occasioni di occupazione in una zona spesso tormentata da problemi di carattere sociale.

Abitanti: 5.496 (dati 2003)
Superficie: 39 Km²

 

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